Call for Papers – Convegno IASPM Italia: “La musica di ogni giorno, oggi”

La musica di ogni giorno, oggi.

Popular music, suoni e paesaggi sonori del nostro tempo

Convegno IASPM Italia

Dipartimento delle Arti, Università di Bologna

Bologna, Auditorium del DAMSLab
(Piazzetta P. P. Pasolini, 5/b)

8-9 novembre 2024

[PDF]

Gli studi sulla popular music si sono sviluppati nell’accademia internazionale nel segno di una forte attenzione alla dimensione del contemporaneo. A scorrere i titoli degli interventi della seconda conferenza internazionale della IASPM – la prima in Italia –, tenutasi nel 1983 a Reggio Emilia, è facile notare una vivace compresenza fra interventi di taglio storico e altri focalizzati sul presente degli anni Ottanta. Poco dopo quella conferenza, nel 1985, veniva pubblicata la prima ricerca ad ampio spettro sulle pratiche musicali della contemporaneità nel nostro Paese (La musica che si consuma, a cura di Nemesio Ala, Franco Fabbri, Umberto Fiori ed Emilio Ghezzi, Unicopli 1985). L’attenzione per la «musica di ogni giorno», esplicitata nel sottotitolo della raccolta degli atti della conferenza di Reggio Emilia (pubblicata sempre nel 1985) suonava allora come un invito a occuparsi tanto delle musiche «quotidiane» del passato quanto delle musiche che ci circondano, del «suono in cui viviamo» e del paesaggio sonoro come accesso alla comprensione del mondo.

Quella prima stagione di studi sulla popular music si confrontava e sviluppava i suoi modelli di ricerca in un momento di profonda transizione nella storia dei media e delle pratiche musicali, alle soglie di una nuova era. Gli anni Ottanta del Novecento stavano introducendo innovazioni decisive – il digitale, il sintetizzatore, l’impiego dei mezzi di riproduzione come strumenti di produzione (il giradischi e il campionatore) – mentre gli studiosi cominciavano a riflettere sul passato della musica pop, storicizzando e canonizzando i musicisti dei «decenni d’oro» dei Sessanta e dei Settanta.

Oggi, negli anni Venti del nuovo millennio, abbiamo ugualmente l’impressione di trovarci nel pieno di uno snodo epocale. Lo scorso decennio è stato segnato dalla definitiva affermazione del web 2.0, di internet mobile, dei social media e delle piattaforme di distribuzione di contenuti musicali e audiovisivi. Abbiamo assistito a una radicale ristrutturazione dei modi di produrre, fruire e persino pensare la musica. Il musicking tipico degli anni Venti del nuovo millennio ci appare sempre di più frutto di un’interazione fra esseri umani e macchine, dagli algoritmi che organizzano le playlist che ascoltiamo all’intelligenza artificiale che ricrea le voci dei cantanti, o ne compone nuovi brani «in stile». Il nostro paesaggio sonoro, e quello di ormai buona parte del mondo, è colonizzato dai suoni digitali prodotti e riprodotti da smartphone e device portatili. Allo stesso tempo, se la musica sembra orientata verso pratiche impensabili appena pochi anni fa, gli artisti del passato spopolano su TikTok e vengono celebrati in mostre e documentari, mentre supporti ormai obsoleti come vinili e audiocassette sembrano definitivamente tornati in uso.

In questo nuovo mondo, è lecito chiedersi se gli strumenti metodologici sviluppati nel passato per studiare la popular music siano ancora utilizzabili nel presente, e come. Quarant’anni dopo la prima conferenza internazionale della IASPM in Italia, vogliamo allora riflettere su che cosa significa studiare «la musica di ogni giorno» nell’epoca dello smartphone e di Spotify, della retromania e della patrimonializzazione della musica pop, in cui anche la musica techno è ormai riconosciuta dall’Unesco fra le tradizioni culturali da proteggere.

Accogliamo dunque proposte di intervento o di panel incentrate sullo studio delle pratiche musicali della contemporaneità e nella contemporaneità – intendendo con questo termine l’epoca in cui viviamo, gli anni Venti del ventunesimo secolo – da ogni prospettiva disciplinare. Sono particolarmente benvenute ricerche interdisciplinari, che tengano insieme metodologie e impostazioni diverse.

Una lista degli argomenti possibili comprende – ma non si limita a:

●   Come studiare le piattaforme musicali? Come le piattaforme hanno cambiato le modalità di fruizione e produzione, le estetiche del suono e della musica, la forma-canzone?

●   Rimediazione, transmedialità, musicking.

●   Come studiare la musica sui social media? La musica viene ri-mediata, ma le dinamiche di creazione e diffusione dei contenuti «retroagiscono» sulla sua produzione e realizzazione.

●   Come studiare i paesaggi sonori della (e nella) contemporaneità? Quali strumenti, quali «ecologie»?

●   Come studiare la musica negli ecosistemi urbani, nella relazione tra spazio fisico e virtuale?

●   Oltre la forma: studi su ritmo, timbro, vocalità.

●   Prospettive metodologiche per studiare la popular music oggi: analisi, ricerca sul campo, etnografie digitali, data analysis.

●   Retromania, patrimonializzazione, nuove «tradizioni», museificazione, vecchi media: il pop del passato nel presente.

●   Liveness e ambienti digitali.

●   Nuove creatività musicali nella contemporaneità: casi di studio, ricerche, analisi.

Per partecipare è necessario inviare, entro il 20 giugno 2024, una proposta all’indirizzo segreteria@iaspmitalia.net, includendo:

  • titolo dell’intervento;
  • abstract (max 250 parole);
  • 5 keywords;
  • breve nota biografica (max 100 parole).

La lingua della conferenza è l’italiano.

Call for papers: dal 20 marzo al 20 giugno 2024

Accettazione interventi: 15 luglio 2024

Annuncio programma: 1° settembre 2024

Quota di iscrizione: 25€; è necessaria inoltre l’iscrizione a IASPM (35€ per i soci ordinari, 15€ per studenti e dottorandi); l’iscrizione dovrà essere finalizzata al momento dell’accettazione della proposta.

Comitato organizzativo:

Anna Scalfaro (DAR – Università di Bologna), Jacopo Tomatis (Presidente di IASPM Italia – Università di Torino).

Con la collaborazione del direttivo di IASPM Italia: Guglielmo Bottin (Università di Milano), Milena Cassella (Sapienza Università di Roma), Gabriele Marino (Università di Torino), Sergio Mazzanti (Università di Macerata).

Comitato scientifico:

Alessandro Bratus (Università di Pavia), Maurizio Corbella (Università di Milano), Francesco D’Amato (Sapienza Università di Roma), Simona Frasca (Università di Napoli «Federico II»), Giacomo Manzoli (Università di Bologna), Gabriele Marino (Università di Torino), Stefano Marino (Università di Bologna), Roberta Paltrinieri (Università di Bologna), Gianni Sibilla (Università Cattolica), Lucio Spaziante (Università di Bologna), Nico Staiti (Università di Bologna).

Bibliografia minima

  • Bonini, T., & Magaudda, P. (2024). Platformed! How Streaming, Algorithms and Artificial Intelligence are Shaping Music Cultures. Springer. https://doi.org/10.1007/978-3-031-43965-0
  • Born, G. (2023). Music and Digital Media: A Planetary Anthropology. UCL Press.
  • Born, G. (ed.) (2015). Music, Sound and Space: Transformation of Public and Private Experience, Cambridge, Cambridge Univ Press.
  • Brøvig-Hanssen, R. (2018). «Listening to or Through Technology: Opaque and Transparent Mediation». In S. Bennett & E. Bates (Eds.), Critical Approaches to the Production of Music and Sound (pp. 195–210). Bloomsbury.
  • Butler, M. J. (2019). «Rhythm, Affordance, Recording, and the Ontology of Performance: New Frontiers for Musicology». Volume!, 15(2), 123–138. doi.org/10.4000/volume.6564
  • Campos Valverde R., (2022). « Online musicking for humanity: the role of imagined listening and the moral economies of music sharing on social media». Popular Music.;41(2):194-215. doi:10.1017/S0261143022000034
  • Cook, N.; Ingalls, M.M.; Trippett, D. (eds.) (2019).  The Cambridge Companion to Music in Digital Culture. Cambridge.
  • D’Errico, M. (2022). Push: Software Design and the Cultural Politics of Music Production. Oxford University Press. doi.org/10.1093/oso/9780190943301.001.0001
  • Dolata, Ulrich (2020). The digital transformation of the music industry. The second decade: From download to streaming. http://hdl.handle.net/10419/225509
  • Droumeva, M. (2021), «Soundscapes of Productivity: The Coffee-Office and the Sonic Gentrification of Work». Resonance 2(3), 377–394. https://doi.org/10.1525/res.2021.2.3.377
  • Fabbri, F. (2002), Il suono in cui viviamo, il Saggiatore, Milano.
  • Fabbri, F. (2023), «Defining Music Genres: Critical Issues with Music Taxonomies». In Bonadio E., & Wei Zhu C. (Eds.) Music Borrowing And Copyright Law. A Genre-by-Genre Analysis. Bloomsbury, pp. 7-20
  • Fabbri, F. (2021) «Teorie e metodi nei popular music studies». In Carusi, P., & Merluzzi, M. (Eds.). Note tricolori. La storia dell’Italia contemporanea nella popular music. Pacini, pp. 28-40.
  • Fry, A. (2021). «EDM, Meet AI: Cognitive Tools and (Non) Biological Artists in Electronic Dance Music». In Mazierska, E., Gillon, L., & Rigg, T. (Eds.). The evolution of electronic dance music. Bloomsbury. https://doi.org/10.5040/9781501366390
  • Gopinath, S., Stanyek, J. (Eds) (2014), The Oxford Handbook of Mobile Music Studies, Volume 2, Oxford University Press, Oxford & New York, 2014.
  • Glitsos, L. (2019) Somatechnics and Popular Music in Digital Contexts. Palgrave Macmillan https://doi.org/10.1007/978-3-030-18122-2
  • Harkins, P., & Prior, N. (2022). «(Dis)locating Democratization: Music Technologies in Practice». Popular Music and Society, 45(1), 84–103. https://doi.org/10.1080/03007766.2021.1984023
  • Hesmondhalgh, D. (2022). «Streaming’s effects on music culture: old anxieties and new simplifications», Cultural sociology, vol. 16(1), 3-24. https://doi.org/10.1177/17499755211019
  • Hesmondhalgh, D. & Meier, Leslie M.  (2018). «What the digitalisation of music tells us about capitalism, culture and the power of the information technology sector». Information, Communication & Society, 21:11. https://doi.org/10.1080/1369118X.2017.1340498
  • Magaudda, P. & Bonini, T. (2023). La musica nell’era digitale. Mulino.
  • Malawey, V. (2020) A Blaze of Light in Every Word: Analyzing the Popular Singing Voice, Oxford University Press
  • Marino, G. (2014). «Keep calm and Do the Harlem Shake: meme, Internet meme e meme musicali». In: Isabella Pezzini e Lucio Spaziante, a cura, Corpi mediali. Semiotica e contemporaneità, Edizioni ETS, Pisa, pp. 85-105.
  • Moore, J. (2023). «The New Language of Music Theory in the Digital Age». In YouTube and Music: Online Culture and Everyday Life, edited by Holly Rogers, Joana Freitas, and João Francisco Porfirio, 133-48. Bloomsbury Academic. http://dx.doi.org/10.5040/9781501387302.0017
  • Ohriner, M. (2019). Flow: The rhythmic voice in rap music. Oxford University Press.
  • Parker, J. & Dockray, S. (2023) «‘All possible sounds’: speech, music, and the emergence of machine listening», Sound Studies, 9(2), 253-281, https://doi.org/10.1080/20551940.2023.2195057
  • Prior, N. (2018), Popular Music, Digital Technology and Society, Sage.
  • Rogers, H., Freitas, J., & Porfírio, J. F. (Eds.). (2023). Remediating sound: Repeatable culture, YouTube and music. Bloomsbury Academic.
  • Steinbrecher, B. (2021). «Mainstream Popular Music Research: A Musical Update». Popular Music, 40(3–4), 406–427. http://doi.org/10.1017/S0261143021000568
  • Titon, J. (2020) Toward a Sound Ecology, Bloomington, Indiana Univ Press.
  • Tomatis, J. (2023). «Ascoltare e fare musica su TikTok. Playing (with) the smartphone». In Marino G., Surace B. (Eds.), TikTok. Capire le dinamiche della comunicazione ipersocial (pp. 21-41). Hoepli.
  • Weheliye, A (2017). «Rhythms of Relation: Black Popular Music and Mobile Technologies». Current Musicology, 99, 107–27. https://doi.org/10.7916/cm.v0i99/100.5347