Addio a Luigi Pestalozza, «partigiano di due battaglie»

IASPM Italia

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Luigi Pestalozza è morto a Milano lo scorso 23 febbraio: aveva da poco compiuto 89 anni. Franco Fabbri lo ricorda per il sito della IASPM Italiana.

Come ha scritto Philip Tagg in un messaggio che ho letto durante la cerimonia funebre, Luigi Pestalozza, mancato appena dopo aver compiuto 89 anni, ha avuto una vita lunga e piena, ma aveva ancora molto da dare e da dire.
Come molti hanno ricordato (anche i suoi amici non musicisti: soprattutto i partigiani dell’ANPI), non amava essere definito musicologo, e preferiva l’espressione “storico della musica”. Il termine “musicologia”, per Pestalozza, era troppo connotato in senso formalista e positivista, contrario all’immagine di costante interrelazione fra la musica e il movimento storico e sociale della quale rende conto il titolo – “Musica/Realtà” – delle manifestazioni organizzate da Pestalozza fin dagli anni settanta e della rivista che ne ha raccolto l’eredità. Per questo Pestalozza è stato anche un fermo sostenitore degli studi sulla popular music, sul jazz, sulle musiche tradizionali e sul canto sociale, tanto quanto lo è stato degli studi su Verdi, sulla musica russa e sovietica, sulla musica contemporanea, senza alcuna gerarchia precostituita.

Molti dall’estero hanno scritto che quella di Pestalozza è una grande perdita per la musicologia mondiale, non solo per quella italiana, e certo mi ha colpito questa osservazione, apparentemente contraddittoria rispetto alle convinzioni di Pestalozza. Ma io penso che abbiano ragione i colleghi sudamericani, cubani, europei, che hanno scritto in quel modo: la musicologia ha diritto di essere altro rispetto alla parodia del formalismo ottocentesco che in alcuni luoghi si illude ancora di essere viva attraverso il disprezzo delle musiche “di consumo”.

Nella cerimonia di addio si sono alternate le voci dei partigiani e dei politici da una parte, e dei musicisti dall’altra (con un intervento lungo e appassionato di Giacomo Manzoni), a volte apparentemente incomunicanti. Ma Pestalozza era un partigiano di due battaglie: quella contro il fascismo e quella per una musicologia della realtà. L’una e l’altra continueranno.

Franco Fabbri